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La carta sociale del Consiglio d'Europa rappresenta, da oltre mezzo secolo, lo strumento più completo di riconoscimento e protezione dei diritti sociali su scala regionale. Adottata a Torino nel 1961, essa ha conosciuto una rivitalizzazione negli ordinamenti nazionali soprattutto dopo il suo aggiornamento nel 1996 e a seguito dell'entrata in vigore dei Protocollo sulla procedura dei reclami collettivi nel 1998. Oggi essa vive una nuove fase di rilancio politico, quantomeno a livello europeo, grazie all'avvio del c.d. "Processo di Torino". Il volume intende offrire un contributo al dibattito scientifico, non particolarmente ricco, su tale importante trattato, attraverso l'analisi - condotta in chiave interdisciplinare: costituzionalistica, internazionalistica e giuslavoristica - dei caratteri e dell'evoluzione, nonché dei limiti e delle potenzialità, della Carta sociale. L'indagine è stata svolta nel quadro delle più recenti dinamiche che hanno interessato gli ordinamenti nazionali, dell'UE e del Consiglio d'Europa, nella convinzione - che si auspica possa essere sempre più diffusa - che in essa si esprima una parte essenziale del "patrimonio costituzionale" europeo.