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Un magistrato di riconosciuta imparzialità e di grande coraggio. È stato ucciso sotto casa a colpi di mitra la mattina del 10 luglio 1976 da un commando di Ordine Nuovo, formazione di estrema destra dalle ramificazioni inquietanti, che lui aveva processato e fatto mettere fuori legge per ricostituzione del partito fascista due anni prima. L'esecutore del delitto è stato Pier Luigi Concutelli, mai pentito, condannato all'ergastolo. Ma la natura di questa «eliminazione» non è ancora chiara. Occorsio indagava in contemporanea sui terroristi neri, sulle logge deviate, sulle responsabilità dei servizi nella strategia della tensione, sulla criminalità comune che con i neofascisti aveva tanti elementi da spartire. Pochi anni prima aveva scoperto le trame oscure del Sifar, e aveva istruito il primo processo su piazza Fontana lasciando l'indicazione di approfondire una serie di personaggi dell'estrema destra infiltrati nei circoli anarchici. È passato quasi mezzo secolo. Concutelli, vecchio e malato, nel 2009 è stato liberato provocando l'indignazione di Vittorio junior, figlio di Eugenio - l'autore di questo libro - e nipote del giudice ucciso. E così Eugenio, che aveva vent'anni quando il padre fu ucciso, quanti ne aveva adesso Vittorio, ha deciso di raccontare al figlio la storia del nonno e dei terribili anni di piombo in cui si inserì il delitto. Ne nasce una riflessione generazionale sul lutto e la memoria, su un Paese che ha voltato più volte pagina ma non ha mai fatto veramente i conti con quel buco nero-piombo della sua storia, fitto di morti e misteri, di violenza efferata e progetti eversivi. È anche il racconto di alcune delle vicende più oscure di quegli anni e soprattutto di come i valori democratici dell'Italia abbiano retto all'offensiva terroristica senza cedimenti liberticidi. Parallelamente, chi ha vissuto quell'esperienza e ne porta la croce e il dolore, non deve lasciarsi sopraffare dall'odio e da sentimenti di vendetta, ma cercare solo giustizia nel rispetto della vita, in un percorso di pace e di civile convivenza. Prefazione di Eugenio Scalfari.