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Viviamo in un mondo in cui il mestiere di avvocato è universalmente associato a cinismo, avidità, difesa dei potenti a discapito degli umili. Quando il giovane pugliese Massimiliano Arena inizia a studiare giurisprudenza, rimane sconvolto per il clima di competizione e arrivismo e pensa, come molti, che il suo traguardo sarà lavorare in una multinazionale e guadagnare un sacco di soldi. Poi, però, scopre il mondo del volontariato e delle missioni nei Paesi del terzo mondo. Si innamora della Bolivia e della Guinea Bissau, aiuta comunità agricole e orfanotrofi e nei suoi numerosi viaggi capisce che il soccorso legale può essere tanto utile quanto quello medico. È la svolta della sua vita. Si laurea con un ardore impensabile e decide di fondare il primo sportello di Avvocati di Strada nella sua città, Foggia. Da allora, era il 2005, assieme a tanti altri giovani colleghi, presta assistenza legale gratuita a migliaia di esclusi dalla società, immigrati senza documenti o sfruttati come schiavi nelle campagne, persone che hanno passati di umiliazione e dolore a cui ridare un futuro di dignità. Il suo ufficio alla stazione ferroviaria diventa un osservatorio di biografie meravigliose, storie di uomini traditi dall'amore sbagliato che ritrovano se stessi grazie all'amore della carità; di clandestini sballottati per mezza Europa che diventano angeli custodi degli ultimi arrivati; di uomini senza dimora e senza nome che scompaiono lasciando esempi di vita memorabili. Così, riflettendo sulla nobiltà della sua professione, sul valore della terra come futuro per i giovani, e sul matrimonio fra educazione e integrazione, l'avvocato di strada ci offre una visione rincuorante di un'Italia migliore che noi tutti, in ogni angolo e paese, possiamo costruire.