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Peter è ancora un bambino quando una terribile tragedia cambia il corso della sua vita: la perdita, il vuoto e lo sradicamento trovano espressione nel movimento, nel vagabondare da un luogo all'altro, alla ricerca di qualcosa o qualcuno da poter chiamare casa, di un rimedio a quegli incubi che infestano le sue notti, oscure presenze che lo lasciano inerme e indifeso. Bologna, Berlino, Colonia, Padova e le montagne della Valsugana si alternano componendo la trama di una vita difficile, porti sicuri per un'anima errante che nell'amore per Elisabetta e nell'amicizia per Francesco troverà momentanei attimi di conforto e felicità, in una realtà quotidiana dove la speranza di un futuro diverso sembra essere l'unico motivo per resistere a un destino altrimenti ineludibile. Il racconto di un'esistenza "normale" - fatta di momenti gioiosi, piccole e grandi tragedie, come ci fa notare Patrizio Martinelli nell'introduzione - che si snoda nel tempo e nello spazio. E proprio lo spazio, tra grandi città e luoghi del privato, diventa a sua volta protagonista del romanzo, palcoscenico di una vita, di quell'infraordinario caro a Perec in grado di rappresentare l'esistenza di ciascuno di noi.