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Il viaggio, come diffrazione del corpo ma anche dello spirito in onde concentriche, è movimento. In questo volume viene esaminato lo "spostamento" europeo oltremare di uomini, immaginazioni e tecnologie tra fine Ottocento e inizio Novecento. Sintassi e grammatiche di partenze e ritorni, di deviazioni e incontri, ingaggiano parole che descrivono concrezioni culturali intrecciate e più spesso contrapposte irrimediabilmente. Il linguaggio della politica, declinato nella prima parte di questo saggio tramite il racconto delle peregrinazioni del console Roger Casement, apre la narrazione e prelude, negli aspetti in qualche modo "letterari" della sua avventura umana, alla vorticosa e sorprendente vena romanzesca di Emilio Salgari, indiscusso maestro della scrittura sul viaggio e del viaggio in terre fantastiche quanto realisticamente descritte attraverso una minuziosa conoscenza "onnivora" di paesaggi, ambienti antropici, climi, zoologie. Nella terza parte del volume, infine, l'irruzione della tecnologia nell'immaginario europeo, a cavallo tra XIX e XX secolo, delinea il principale contrappunto della colonizzazione occidentale.