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La traiettoria umana e professionale di Giovanni Battista Clarici si sviluppa nella seconda metà del Cinquecento all'interno di una cornice storica particolare, condizionata dalle relazioni dinastiche, politiche e mecenatizie tra gli ultimi due duchi di Urbino, la corte pontificia, l'egida spagnola di Filippo II e l'episcopato milanese di Carlo Borromeo. La biografia della sua persona, tratteggiata per la prima volta in questo volume, incarna appieno lo spirito di un'epoca e di una cultura in cui arte e scienza erano inestricabilmente connesse. Formatosi tra Urbino e Pesaro come artista, Clarici si specializzò nelle scienze matematiche, applicate soprattutto nell'ambito della topografia e cartografia. Conoscenze particolarmente preziose nell'ottica del governo del territorio, che motivarono il suo trasferimento a Milano, dove ottenne un incarico su mandato di Filippo II. Presto le sue competenze si estesero al campo ingegneristico, idraulico e architettonico. Questa monografia riconsidera le opere note di Clarici, come la famosa Pianta della Città di Milano, e presenta per la prima volta preziosi inediti, come il Codice trovato a Madrid ma anche la Carta del Ducato di Urbino.