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Non è possibile avvicinarsi a queste parole aspettandosi di trovare qualcosa di banalmente confezionato. Inizio, svolgimento, fine. Tutto qui? Niente di più sbagliato, quando a scrivere è Massimiliano Ferrante. La sua penna è inafferrabile, i segni che traccia sono spezzati, imprevedibili, complessi, ma allo stesso tempo sembrano sollevarsi, levitare oltre l'intreccio prestabilito dalle regole e delle regole, per innalzarsi al di sopra di esso. Ecco, quindi, che i suoi racconti s'incastonano su concetti filosofici e su strane dicotomie, su impressionanti giochi di chiaroscuro in cui la serietà asettica di un saggio sembra infilarsi a forza in una narrazione distante, creando strani arabeschi di senso e di letteratura. Antologia di una scusa è un'affascinante vicenda raccontata con uno stile che sembra prendersi libertà crescenti, conducendoci lentamente nel surreale, per avvicinarsi indefinitamente senza mai raggiungere quel punto in cui il criptico e il non-sense danzano insieme, ma senza mai toccarsi.