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L'ossimoro che dà il titolo a questo breve saggio può sembrare una provocazione. Non lo è. O meglio, è un invito, in realtà. Con un leggero riflesso che sa di provocazione. Il testo s'immerge nel silenzio e lo decanta, intendendolo tanto come quiete, assenza di rumore, quanto come una preziosa condizione mentale, una rara capacità di astrazione che costituisce il primo passo di un percorso che conduce ad una maggiore consapevolezza della propria interiorità. È da lì che, dopotutto, nascono le idee più grandi, le migliori ispirazioni; è nel silenzio che prendono forma le più articolate elaborazioni di pensiero. Conferenza tenuta all'Accademia Cosentina, 21 dicembre 2007.