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La "domesticità del quotidiano" nelle forme dell'accadimento naturale, ma anche nella capacità di sorprendere e sorprendersi per la "straordinarietà dell'ordinario" distingue la sequenza di osservazioni ed intuizioni poetiche che compongono L'ora zero di Prisca Agustoni; è certo che, nei sensi detti, conta l'esperienza personale dell'autrice, che dal 2003 vive tra la Svizzera e il Brasile, dove lavora come traduttrice e come docente di letteratura italiana e comparata presso l'Università Federale di Juiz de Fora. Due mondi Svizzera a Brasile all'apparenza distanti e differenti, nei quali comunque medesima sembra la percezione dei fatti fondamentali del vivere: "Blu è il colore del sogno / sento il pianto del bimbo / sotto la pelle / intuisco il suo movimento di fuga / verso il lato scuro e umido / dell'utero / blu è il suo colore / ed io sono qui, nel bianco, / nel nocciolo del giorno / con questo mondo che mi rotola in grembo". (Augusto Pivanti)