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"Voire" (José Corti, 2015), la prima raccolta poetica di Maël Guesdon, si presenta come una serie di frasi attraversate da una sorta di stato d'infanzia della parola stessa, che tenta, sfatta, di rifarsi e fare. Nel rifiuto della stabilità del linguaggio, un tentativo di trovare nuovi modi di parlare e scrivere, e la possibilità di riconsiderare il nostro mondo comune, e reinventarlo.