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L'attualità pressante, incalzante di Abitare la traccia sta nel gioco tra "ossessione del luogo metafisico" l'Altro, gli Altri (il Padre, i Padri) e una sorta di teoria della migrazione emotiva, del disconoscimento delle figure in cambio di un riappropriarsi del sé e del "se...". Solo una volta, nell'intera silloge, l'autore usa la sospensione, i puntini, ma lo fa in una chiusa-chiave dell'intera opera: «(...) ma è ancora un buio, il mio, / senza bambino / o un padre che da casa / lo ami, lo chiami...» Si percepisce, nell'intera silloge, la dedicazione e l'osservanza alle regole evolutive che conducono «dall'animale biologico all'umanizzazione del soggetto umano», secondo le più strette tesi lacaniane. Osservazione che bene si percepisce in Prestifilippo anche nell'uso del linguaggio.