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Considerata la prima commedia in volgare (la Cassaria di Ludovico Ariosto è rappresentata nel 1508), il Formicone (1503?) di Publio Filippo Mantovano costituisce un prezioso tassello per lo studio della genesi di uno dei generi più fortunati della letteratura italiana in epoca moderna. In prosa e in cinque atti, l'opera si configura come un'evoluzione dei volgarizzamenti del teatro classico nelle corti di Ferrara e Mantova animate da Isabella d'Este e Francesco II Gonzaga. Sulla scia del modello plautino-terenziano, il Formicone rielabora una delle novelle presenti nelle Metamorfosi di Apuleio. La revisione del testo sugli originali, la documentata introduzione e il rigoroso commento di Stefania Mallamaci si configurano come preziosi strumenti per facilitare la lettura e le interpretazioni della pièce. L'edizione è arricchita della prefazione di Pier Mario Vescovo, uno dei massimi esperti di letteratura teatrale.