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"Povero Jean-Baptiste Bouvier: a leggerlo così vien preso per un Sade capovolto, che sculaccia con l'onere di emendare gli errori più che per provocare - e provare - piaceri, che muta il confessionale in una casa per appuntamenti. Un Divin Marchese che si travesta da Tommaso d'Aquino, ecco, e che con aquilina acribia dissezioni le licenze della carne, l'illecito dell'amare."