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È la memoria a farsi voce nella voce, a rendere, quanto, per mulinello-ricordo è rimasto dall'atto fondativo della voce stessa, dal punto di un primo, e susseguente contatto col mondo. Ed è attraverso una rievocazione emotiva, che gli antenati con la loro storia personale, il loro destino nella singolarità, ritornano alla voce come discrete unità temporali, come minuscole superfici di terre e acque, di golene e argini, come luoghi esclusivi di ciascuno. I Padri ritornano come affetto accaduto, nella transumanza d'esistenza, laddove il cielo li ha resi azzurri istanti di valore e consolazione, nell'attesa-incanto del loro ricomparire, restare.