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Queste "Addizioni" sono quelle di un poeta che scopre nel numero il ritmo basilare di un ragionamento con se stesso, con i suoi simili e con la cosiddetta natura: una compagna di viaggio capace di condurlo a dare ascolto e a interpretare tutto ciò che ricade sotto i sensi. Ne scaturisce una lezione anti-antropocentrica, in cui le ragioni poetiche sono cercate lontano dalla "dittatura dell'io", all'incrocio fra privato e collettivo, poesia e prosa, scrittura e oralità, umanesimo ed "ecosofia". Nell'ultima sezione le "Addizioni" danno luogo a un bilancio provvisorio che rinviene in un'opera cinquantennale le tracce di un "filo verde" da Angiuli sempre più nettamente seguito come strada maestra per affrontare il labirinto della contemporaneità.