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Come è noto, il genere favola ha degli antenati illustri, su tutti il nome di Esopo. Ma anche quelle di Ovidio sono, in un certo senso, delle favole. Cosa è allora una favola? Il filosofo Günther Anders non ha dubbi a fissare i due elementi cruciali perché si dia una favola: didascalismo morale e metamorfosi. Di certo questo accade anche nelle favole di Enrica Consoli, i cui due racconti sono imperniati rispettivamente sull'ultimo punto per Le scarpe della regina e sul primo per Anselperlonga. Scarpe parlanti e balli da organizzare, principi che pretendono l'amore (e il regno) della principessa e un maleficio da rompere. I topoi ci sono tutti, gestiti da una scrittura semplice e leggera. Un classicismo che rassicura, di certo, ma che l'autrice riuscirà anche a mettere in discussione, problematizzando il più classico tra i topoi classici: il finale come scioglimento.