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L'origine dell'istituto ecclesiastico della parrocchia è risalente al IV-V secolo, in relazione al problema dell'evangelizzazione delle campagne. Prima di questo periodo, la Chiesa era caratterizzata da una struttura episcopale e prevalentemente cittadina. Con il Concilio di Trento il vescovo divenne il perno dell'azione pastorale mediante il controllo e la giurisdizione su ogni circoscrizione ecclesiastica della diocesi. Il nuovo assetto tridentino si esprimeva con nuovi princìpi attraverso la predicazione, la catechesi, le predicazioni popolari, il catechismo impartito per ottenere i sacramenti, la dottrina cristiana degli adulti, l'affermarsi delle devozioni e dei pellegrinaggi, il rinnovamento delle confraternite, le visite pastorali, i sinodi diocesani. In epoca settecentesca, si accentuarono il pietismo e il devozionalismo e alcune manifestazioni della religiosità popolare. Gli ultimi due secoli del secondo millennio registrarono l'inerzia dei princìpi tridentini, ma lentamente anche l'affermarsi del loro estremo vigore, grazie alla nascita delle idee dell'illuminismo e del liberalismo economico, l'affermarsi dei nuovi tempi e delle iniziative governative dei vari stati europei settecenteschi, sino a condurre l'istituto parrocchiale all'apertura del mondo contemporaneo.