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Il mondo in cui abitiamo è pieno di vita. Gli uomini agiscono concretamente su di esso e talora ne determinano il destino. Da una parte le società americana ed europea, diverse tra loro, certamente, ma nel complesso simili. Entrambe abituate alle moderne tecnologie, ai comfort, alla bellezza della libertà. Dall'altra il popolo polinesiano, ancorato alla natura e alle tradizioni al punto da creare una sorta di società idilliaca basata sulla semplicità e sulla spontaneità, senza gli artifici creati dall'uomo. Menzione a parte la merita il popolo africano, sul quale ci si sofferma particolarmente, dove le tradizioni si scontrano con i tabù, col desiderio mai realizzabile di migliorarsi e con la lotta per rivendicare sé stessi e la propria dignità di essere umani che sfocia nella difficile scelta di abbandonare il proprio habitat e cercare di costruire una vita migliore altrove. Non è facile affrontare questi argomenti. Non è affatto semplice porre a confronto gli eccessi (di vita e di non vita). Con uno stile diretto, personaggi ben caratterizzati e destinati a incrociarsi tra loro, atmosfere descritte nei particolari, Gianfranco Cammarata lascia che presente e passato si contaminino a vicenda, vecchio e nuovo si scontrino per dare vita a un'opera importante e dalla profonda morale.