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L'irruzione di un verso nel mio cuore e sulle dita che scrivono su un qualunque foglio di carta, il primo che trovo, talvolta anche uno scontrino che ho in tasca, è per me sempre un mistero, come mistero sono le cose più importanti della vita: la nascita, l'amore, l'amicizia, la morte, Dio. E anzi, forse la poesia mette per iscritto questo mistero non per darne una definizione, ma per aprirvi uno squarcio che permetta di vedere attraverso le cose la realtà vera. Così può capitare di pensare che piova mentre ci si accorge di stare piangendo. È, a me pare, l'esperienza cantata da Fernando Pessoa: Fingere è proprio del poeta. Lui finge in una maniera così completa fino a fingere che si tratti del dolore il dolore che lui sente veramente. Le poesie contenute in questo libro abbracciano una produzione decennale, una cernita, un distillato che ne raccoglie le più suggestive, quelle che sono sgorgate da un cuore che ora le offre ad altri cuori perché, come recita un graffito di Ivan Tresoldi: «Poeta sei tu che leggi».