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Diretti al loro inizio da Michele Barbi, poi da Mario Casella, Gianfranco Contini e Francesco Mazzoni, sono di fatto divenuti, cessato nel 1923 il «Bullettino della Società Dantesca Italiana», organo ufficiale della Società Dantesca Italiana che ne cura l'aspetto scientifico. Altre riviste dantesche, tutte utili e importanti, si sono aggiunte in Italia e all'estero a incrementare con diverse aperture di campo la fortuna di Dante ai tempi nostri, ma gli «Studi Danteschi» sono rimasti fedeli a quanto ebbe a scrivere nel 1920 Michele Barbi, enunciando "i nostri propositi": apertura a qualsivoglia scuola, purché conduca all'accertamento di fatti e contribuisca con le proprie indagini a provare una verità; approfondimento dello studio della cultura medievale e, di riflesso, del pensiero dantesco e della cultura che fu di Dante, muovendo dalle varie opere per giungere, storicizzando, alla globalità della Divina Commedia. Una rubrica espressamente dedicata alle Notizie della Società segnala anche eventi di carattere dantesco promossi da altri istituti, utile documentazione a illustrare termini e modi dell'odierno dantismo.