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Il Grand Tour svolgeva un ruolo fondamentale nella formazione di una élite di giovani appartenenti alla nobiltà o alla ricca borghesia europea. Il viaggiatore possedeva una grande disponibilità di loisir, di tempo liberato da ogni necessità incombente che poteva essere dedicato all'incontro con realtà e soggetti diversi. Nell'epoca della globalizzazione, il temps libre, il tempo libero dal lavoro, è frammentato e standardizzato. Il turismo di massa, che apparentemente offre a molti la possibilità di raggiungere mete un tempo accessibili soltanto a pochi privilegiati, impedisce di fatto una reale conoscenza dei luoghi visitati. Ciò che ancora oggi continua a rimanere fondamentale è che il viaggiatore sia mosso non da bisogni indotti, ma solo da un'autentica curiosità, perché - come afferma il Marco Polo di Calvino - "d'una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda".