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"La scuola del potenziale è la scuola di una lunga pazienza: essa si propone non tanto a proclamare messaggi, quanto a esercitarsi a balbettare (per riprendere un testo di Perec); non mira a fornire ricette mirabolanti, ma addestra a non temere di tornarsene a casa con le pive nel sacco, senza prede sublimi da esibire in salotto, ma con la tranquilla certezza di aver occupato il proprio tempo in un'attività utile per sé stessi e dunque - forse - anche per gli altri. Perec suggerisce che anche quando crediamo di non avere nulla da scrivere, o nulla da dire, bisogna stare in agguato, mantenere desta l'attenzione per cogliere la carica potenziale di eventi minimi". (Brunella Eruli)