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Questo testo nasce da un coro di voci di bambini, dal girotondo dei loro occhi ridenti, avidi di vita. Sono essi le creature variopinte che - col dono ineffabile della loro amicizia - ci hanno insegnato a schiudere gli occhi ad una visione diversa della scuola. La scelta di privilegiare in Creature variopinte lo sfondo fabulistico/mitologico/narrativo - nell'ambito della struttura connettiva del ragionamento filosofico - consente di sottoporre i percorsi interiori degli alunni alla prova della realtà senza che ne facciano le spese, perché si tratta sempre di esperienze ed intrecci conversazionali (o anche di conflitti ed imprevisti) mediati dal simbolismo analogico della metafora e della fantasia, attinto alle più preziose fonti della tradizione. È in tale universo di suggestioni che il ragazzo mette in gioco il proprio mondo di rappresentazioni e significati, lo lascia emergere e lo confronta con gli analoghi sistemi di cui sono portatori i coetanei con cui interagisce nel laboratorio dialogico. In tal modo, si istituisce una vera e propria pragmatica del comprendere, per cui ciascun alunno è messo in condizione di avvalersi del vasto patrimonio di simboli che costituiscono la struttura della cultura umana, incrementandone il repertorio personale e assumendo gradatamente la consapevolezza che i campi del sapere sono forme epistemiche destinate ad arricchirsi incessantemente con il contributo di tutti e di ciascuno.