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Critico teatrale sul «Baretti», fondatore, con Sergio Solmi e Giacomo Debenedetti, della rivista «Primo Tempo», Mario Gromo (1901-1960) si dedicò poi all'editoria e soprattutto al giornalismo e alla critica cinematografica. "Costazzurra", in cui Prezzolini vide una promessa della letteratura italiana, è fuga, inseguimento di velleità artistiche per scrittura e cinema, amore per Liana, attrice bellissima ma già sfiorita in una società decadente. Trama appena accennata, stile preciso e ironico, fotografia tra luce e ombra che trapassa dal secolo vecchio a quello nuovo, il «taccuino d'esordio» di Gromo traccia l'autobiografia delle giovani generazioni in ogni tempo: «ho ventitré anni, non ballo, né so giocare a poker: non so a che potrò mai riuscire nella mia vita». Postfazione di Roberto Cicala.