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Usare l'illegalità per ripristinare la legalità e la violenza per richiamare all'ordine: nel saggio Il fascismo il duca Carlo Avarna di Gualtieri, discendente da una nobile famiglia monarchica siciliana, mostrava tutte le contraddizioni del regime pur riconoscendo al movimento iniziale una comprensibile aspirazione a restaurare l'autorità dello Stato. Nel maggio 1925, tuttavia, Avarna invocava le forze democratiche aventiniane e l'intervento del re per scongiurare la dittatura. Il testo non ebbe immediata fortuna, ma fu apprezzato in sede storiografica da importanti storici antifascisti tra cui Salvemini e Tasca.