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Nella mia passione letteraria c'è stato sempre il desiderio di scrivere un libro in cui narrare un'unica storia, con personaggi fantastici, eroi quasi mitici, capaci di anticipare il futuro e destare l'ammirazione dei lettori, conquistarli, farli sognare... Mi è capitato, invece, di essere attratto sempre più da piccole storie di gente comune, tutt'altro che fantastiche; storie che non solo non anticipano il futuro, ma sembrano appartenere al passato, anche se vissute nel presente. La maggior parte di queste vicende, che non riguardano soltanto singole persone o famiglie, ma anche intere comunità lasciate a se stesse, sono ignorate persino nello stesso spazio sociale in cui esse nascono e si consumano. Attrazione profonda, la mia, per molte di queste storie, scaturita dai valori altamente umani, dai sentimenti sinceri, dall'umiltà dignitosa di coloro che le vivono, anche nel disagio e nella sofferenza... Valori grandi, smarriti dalla società del nostro tempo, non più capace di "passeggiare" la vita, ma spinta a correre, ad inseguire il vento dell'effimero, senza accorgersi che sta perdendo la sua parte migliore, quella essenziale.