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"Dinanzi a una poesia si ha l'impressione di essere come lo spettatore dinanzi al naufragio. Leggere è cercare l'inizio, leggere è salvare i resti, i detriti, è ricostruire il viaggio che la parola ha dovuto compiere per raggiungerci. Ogni parola è attraversamento. Chi legge raccoglie il corpo. Rianima il proprio morto. Il passato si coniuga al presente. L'ombra del sale riaffiora dappertutto. A volte sono numeri. Le necessità spesso si confondono. Che cosa cercare? Che cosa cerchiamo sugli altri pianeti? Le tracce dell'acqua, l'origine della vita. La traccia inconfondibile che trovo in questo libro è l'acqua, l'aver vissuto. Seguire la traccia è prendere atto della propria esistenza. Ogni parola è attraversamento, testimonianza di ciò che le cose hanno vissuto attraverso le voci del poeta. Sì, parlo di voci, le «voci non in elenco». Ne possediamo più di una. Sono gli istanti che sopravvivono alla durata del tempo. Sono il contrappunto necessario affinché il grave della voce possa convivere con quello leggero." (dai contrAppunti di Domenico Brancale)