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"Il conte Ludovico Carminati di Brembilla, detto il Bergamino, distoglie gli occhi dallo specchio. È questo l'incipit del racconto storico con il quale Giorgio Cesati Cassin, attraversando la linea del tempo, catapulta il lettore nella corte ducale degli Sforza. [...] Una concatenazione di eventi - quella impressa in queste pagine - articolata nella sua apparente necessità, ma con un elemento spurio e casuale: il clinamen, che devia imprevedibilmente la caduta degli atomi nella portentosa macchina dell'universo. Ed è proprio questo elemento, identificato da questo scrittore medico nella libertà dell'invenzione, il mezzo per sottrarsi alla contingenza ineludibile dei fatti e poter accedere agli universi partoriti dalla fantasia. Un'invenzione narrativa, dunque, quella di Giorgio Cesati Cassin, che poggia però su eventi e personaggi veri ed è maneggiata dall'autore attraverso lo sguardo sornione e disincantato del protagonista. Un doppio, a cui è affidato con raffinata ironia l'incarico di perlustrare uno dei periodi più foschi e luminosi del nostro passato. Un periodo a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento, in cui si manifestavano le prime avvisaglie delle guerre che renderanno l'Italia preda delle mire espansionistiche di Carlo V. Il racconto, agli antipodi della scrittura filologica usata da Olmi nel Mestiere delle armi, si propone di estrarre dai fatti narrati il succo di una filosofia del "vivere nonostante tutto", ben impersonata dal suo protagonista." (dalla prefazione di Azalen Tomaselli)