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"Ho portato dentro di me questo segreto per tutta la vita. Ho iniziato a scriverne otto anni fa, dopo la morte di mia madre. Ma non ho mai pensato di far leggere a qualcuno questi scritti. Nessuno, neanche le persone a me più vicine hanno mai saputo. Ho fatto un lunghissimo lavoro di elaborazione interiore, che mi ha portato ad accettare la cicatrice che la violenza subita mi ha lasciato e che, ovviamente, ha condizionato molti aspetti della mia vita. Autobiografia del silenzio vuole dare voce a tutti quei bambini che, come la me di allora, non hanno la forza né il coraggio di parlare. Sì, coraggio, perché quello che si prova è una vergogna incommensurabile, ci si sente sporchi, talmente sporchi da ritenersi immeritevoli di essere amati veramente. La violenza, quella vera, è nell'anima, ed è quella che segna per tutta la vita condizionandone le relazioni e le scelte. [...] Ora so che bisogna parlarne senza remore, senza giri di parole. [...] Raccontare ciò che si è subito è il passo più importante verso la guarigione. È un gesto d'amore verso se stessi. Per questo vi affido la mia "autobiografia del silenzio" che, finalmente, si è aperta alla parola, passando attraverso la conoscenza del male fino allo splendere del bene." (L'autrice)