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«Dal dedalo di una memoria attenta, anche remota, o da uno sguardo posato su fili d'erba, acqua di mare, luce, affiorano volti e nomi, saperi aspri, sapori antichi. La forza di questa poesia è il parlare del quotidiano, che è anche il nostro, con parole del quotidiano, e che hanno forza di presentificazione della memoria. Le parole cadono con leggerezza, ma anche sanno ferire come rasoiate. Aceto, sale, luce, pietra, vivificano le pagine di Paola Cremonese, parole che danno il senso di uno scrivere che rifugge la sontuosità in favore del sostanziale, uno scrivere dove non c'è niente di più di quello che serve per vedere, dove "l'essenziale non è invisibile agli occhi" ma gli si sottrae, e solo lo sguardo del poeta lo restituisce alla luce.» (dalla prefazione di Massimiliano Aquilino)