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"Il misantropo" è l'unica commedia di Menandro che ci sia pervenuta pressoché completa (a parte piccole lacune) di tutta la cosiddetta Commedia Nuova dell'antica Grecia. Fu presentata per la prima volta nelle festività delle Lenee nel 317 a.C. e valse a Menandro il primo premio. Il titola dell'opera allude al brutto carattere del protagonista Cnemone. La commedia è messa in moto dal dio Pan, che fa innamorare Sostrato, un ricco ed elegante giovane di città di una ragazza di campagna, figlia di un vecchio misantropo, Cnemone, un contadino che vive in casa con la sua unica figlia e una serva. Della commedia "L'arbitrato" restano ampi frammenti, da cui è possibile dedurre la trama. Il pastore Davo, che il giorno precedente aveva trovato un neonato, si fa convincere dal carbonaio Sirisco ad affidargli il pargolo, ma trattiene per sé i suoi effetti personali. Sirisco li reclama per il trovatello. Per dirimere la controversia, i due stabiliscono di rivolgersi a un arbitro, scegliendo casualmente il vecchio Smicrine. Questi è in realtà, senza saperlo, nonno del piccolo, in quanto sua figlia Panfile, poco prima di sposarsi, era stata violentata da uno sconosciuto.