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"La gente dei paesi, della periferia, la gente che ha perso chissà quale cielo o sogno, o li ha trovati in chissà cosa o chi: ecco, 'I gerani di Iskra' di Stefano Bolognesi è una galleria di ritratti di individui che hanno certamente in comune una quasi sacrale appartenenza a una stirpe straordinaria. Sono uomini e donne il più delle volte sbagliati, almeno per il giudizio del mondo. Sono uomini e donne spostati, che vivono o hanno vissuto un'epopea personale fatta di viaggi e di ritorni, di guerre e di sconfitte. Sono campioni - a modo loro - di una quotidiana realtà di disfatte e di sghembe bellezze. Interpreti di una sorte talvolta in equilibrio precario fra la verità e la finzione, animati sempre da un qualche strano fuoco o segnati da capricciosi sortilegi, ci appaiono come i personaggi di una fiaba che viene prendendo forma negli occhi dell'autore. E forse questo è il punto più alto del libro: non tanto e non solo la capacità di raccontare lo strabiliante esistere di creature così fragili e forti, ma piuttosto ciò che sta all'origine, ovvero la docilità dello sguardo di chi osserva e scrive. Bolognesi accoglie i suoi eroi fin dentro le stonature più evidenti, li tiene in un abbraccio che sa di riconoscenza e di riconoscimento insieme. Riconoscenza nei confronti di una realtà che sa essere così strampalata e vera. Riconoscimento invece di ciò che, nel fondo del loro cuore indifeso, risulta completamente anche nostro." (dalla postfazione di Corrado Bagnoli)