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"In questo ultimo romanzo, Giorgio Cesati Cassin indossa i panni di un cuoco e mette tutti gli ingredienti per fare un libro godibile, condito di citazioni di filosofia, letteratura, psicoanalisi, scritto con garbo e con un'ironia lieve, in altre parole, senza acrimonia e rancore. Sullo sfondo, ma anche occulto motore della vicenda, il conversazionalismo di Giampaolo Lai, con il suo concetto di disidentità e l'assunto che le entità oniriche non siano proiezioni dell'inconscio, ma oggetti dotati di esistenza autonoma. Oggetti venuti a comunicarci dall'Aldilà o dall'Aldiqua la loro rabbia o il desiderio di vendetta, per qualcosa che il sognatore avrebbe o non avrebbe fatto. Narrato in prima persona, il romanzo racconta le elucubrazioni mentali e le peripezie di un cuoco quarantenne, Sergio, il quale si ritrova da un giorno all'altro colpito da un'amnesia retrograda. Impossibilitato a esercitare la sua arte, lo smemorato di Vallecrosia non si dà per-vinto, anzi inizia un percorso di autoanalisi in cui scopre di essere posseduto da un'identità, abusivamente insediata nel suo corpo. Identità che fa capolino con flash, parole, brani di autori antichi, di pensatori mai studiati, che gettano il protagonista in uno stato di stupita costernazione." (Dall'introduzione di Azalen Tomaselli)