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"Cinque storie al femminile. Cinque storie di dignità e di coraggio, ma anche di cadute e di cedimenti... e sullo sfondo c'è sempre lui, il maschio, il marito, il compagno "violento" o "sfruttatore". Ma in questo dialogo c'è anche l'educatore che, consapevole di portare il peso e il carico di questo immaginario, compie un lavoro lento, costante e tenace di liberazione per restituire importanza e decisività ad alcuni punti di non ritorno. Anzitutto la fiducia e il potersi fidare. Non c'è relazione educativa, ma nemmeno umana, senza la possibilità di consegnare nelle mani di un altro un pezzo o i brandelli della propria storia. Ecco, senza questo passaggio non si avanza, si può solo retrocedere e la situazione non può che incancrenirsi. E poi la dignità: non c'è errore, non c'è sbaglio che vanifichi una storia di vita. Nessuno è solamente il suo errore. Non identifichiamo la persona con quelle migliaia di etichette cui siamo soliti rivestire gli altri per prenderne le distanze. La persona, l'essere umano sono un mistero capace di grandi riscatti e di rinascite. Sì, anche dopo la violenza, l'abbandono o l'aborto... è possibile rinascere come donna, come moglie, compagna o madre." (Dalla prefazione di Giuseppe Bettoni)