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"Le intermittenze del cuore" non è solo il titolo di una delle sezioni più commoventi, nel cuore de "La ricerca del tempo perduto" di Proust. Questo doveva essere il titolo d'insieme. Ci si dimentica spesso che Proust non parla della memoria e delle intermittenze, solo per ragioni metafisiche, ma innanzitutto come uno strappo intimo, nelle relazioni umane. Le intermittenze del cuore sono quei soprassalti straordinari che nello scorrere di una vita normale ci riportano a eventi, cose o persone del passato rimaste nell'ombra, marginali, e che aprono una prospettiva sfuggente e rivelatrice al di là del fluire irreversibile del tempo. Sono momenti di rottura, cambiamento, metamorfosi, come si danno anche in certe forme di depressione e angoscia, nei mutamenti dell'adolescenza e perfino in certi riassestamenti di identità seguiti a trapianti d'organo. Far lievitare la vita interiore, coglierne le sfumature, ci aiuta a capire e analizzare le incrinature e le trasformazioni emozionali che nascono negli altri-da-noi.