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Salvatore nasce il 15 gennaio 1968 durante la più potente scossa del terremoto del Belice. Il momento drammatico della sua venuta al mondo lo rende orfano di madre e segna tutta la sua esistenza. La sua profonda sensibilità, la difficile realtà della Sicilia di quegli anni e una nonna bigotta, anaffettiva e ottusa lo fanno crescere fragile e strano agli occhi degli abitanti del piccolo paese in cui vive. Rosaria, a se stessa e ai paesani, giustifica i comportamenti fuori dagli schemi del nipote con le solite frasi: «colpa del terremoto fu se diventò così strano. Quando venne al mondo l'energia cattiva della terra gli entrò dentro e non lo lasciò più». Salvatore fin da piccolo percepisce vicino a sé la presenza della madre ed è morbosamente attratto dalle macerie delle case distrutte dal sisma; in quei luoghi, in una sorta di dolorosa alchimia, avverte le voci dei morti e ne vive i ricordi. La sua omosessualità lo rende vittima di soprusi di ogni genere, ma quando è messo a dura prova reagisce scatenando intorno a sé potenti energie. Tra fenomeni inspiegabili, passioni e personaggi squallidi, il ragazzo vive la sua adolescenza inquieta finalmente cosciente dei suoi poteri, non abbastanza energici però da salvarlo dalla travolgente forza dei sentimenti.