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Due fratelli. Due caratteri che si scontrano all'interno della casa avita sulla sommità di un colle. Da una parte la fatica e le cure tenacemente portate avanti in congeniale abbraccio con la natura. Dall'altra chi, "saltato il fosso", si è fatto alfiere della vita di fabbrica con i suoi riti e miti: a cominciare dall'acquisizione di un corrosivo esercizio della lingua come attestato vincente. Fra un sentire robusto e paziente delle cose, insomma, e chi nella girandola argomentativa va puntando i suoi quarti di notorietà. A far precipitare le cose, la presenza nella casa della giovane moglie del "contadino", non insensibile ai pirotecnici frizzi del "progressista". Vanno così maturando tempi da tregenda. Non fosse, provvidenziale, il rientro di un terzo fratello in povertà. Sarà quest'ultimo, con la forza invisibile dell'umiltà, a incrinare la protervia intellettuale, schiudere spiragli e aprire brecce. Su tutto, protagonista incombente e muto, il tempo meteorologico di un'estate implacabile e asfissiante.