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Mangereta è il soprannome dato al piccolo Berto dalla nonna friulana, vuol dire "mangia sempre, affamato", perché Berto ha appunto una fame irrefrenabile, non solo di cibo, ma di gioco, di fantasia, di risate: gli servono per far fronte alla durezza della guerra, sul cui sfondo trascorre la sua infanzia. Di Mangereta - alter ego dell'autore Adalberto Maria Merli - e della sua famiglia, seguiamo infatti le vicissitudini che dalla seconda guerra mondiale ci portano fino al periodo della ricostruzione, dal 1943 al 1952. Fuggiti da una capitale segnata dal conflitto, arrivano in Friuli, a Fontanafredda, e fino sulle Dolomiti, a Cortina d'Ampezzo, per fare nuovamente ritorno a Roma, a guerra finita. Un percorso fatto di incontri, avvenimenti, scoperte, esperienze tragiche o comiche, eroi anonimi e generosi. Al suo ritorno a Trastevere, nel dopoguerra, in un quartiere immerso nella povertà e nel disagio ma anche vivace e acceso di speranze, tra conversazioni strillate da finestra a finestra, al mercato, nelle trattorie, in parrocchia, per la strada, Mangereta scoprirà i suoi primi interessi, i suoi sogni, le sue prime domande, e le sue prossime responsabilità, di giovane e adulto.