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Maurizio Schillaci, cugino del più famoso Totò, è stato un calciatore di grande talento e fantasia. Alla fine degli anni Ottanta ha avuto l'occasione di assaporare il successo dopo aver firmato un contratto milionario con la Lazio. La sua carriera è stata minata da un infortunio allo scafoide che l'ha fatto precipitare in un cupo vortice di eccessi, allontanandolo dalla famiglia e dalle luci della ribalta.Oggi, quasi sessantenne, Maurizio non ha sconfitto le dipendenze e vive a Palermo nel vagone di un treno abbandonato. Una visita inaspettata lo mette di fronte a un bivio, offrendogli la chance di fare i conti col proprio passato capitolino. Una possibile nuova ripartenza, nella speranza che qualcosa di buono possa ancora arrivare, magari quella leggerezza tanto ambita.Il romanzo è ispirato alla vita di Maurizio Schillaci, ritratto in tutte le sue sfaccettature. Un flusso di coscienza che affronta temi universali e attuali: cosa si incontra uscendo dai binari del successo, quali fragilità possono emergere quando la propria stella non brilla più. Riflessioni nude e crude su un percorso dannato e romantico, fuori dagli schemi e carico di un'irresistibile umanità.