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"Il nido delle tasche" di Tarek Komin è la silloge della memoria e del ritorno, del distacco e dell'addio. Una sensualità viscerale scorre tra i versi e ci richiama a un vissuto amoroso che non appartiene solo all'autore di queste poesie, paragonabili a rare perle preziose, ma anche e soprattutto al lettore, facilmente ed emotivamente attratto da questo passato "personale" che fa rivivere l'ombra del ricordo come una reliquia sacra in attesa della devota adorazione. La carnalità e la passione sono i cardini portanti del pensiero che si riavvolge come una pellicola cinematografica proiettando scene oniriche, reali e surreali a un tempo. La tentazione del ritorno è carnale e ne consegue un sentimento vitale, a volte incosciente, a volte rassegnato all'impossibile, a volte pago dell'amore condiviso nonostante l'assenza dolorosa che affanna il presente.