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Il libro di Roberto Mussapi, "I nomi e le voci. Monologhi in versi", uscito presso Mondadori nella complicata primavera del 2020, con il virus incalzante, lo avvertii come un dono, come un segno di speranza in una congiuntura che grondava dolore, ma lo sentii anche come un momento di incoraggiamento per il mondo del teatro, e non solo. Mussapi è un poeta, un poeta importante, come si sa, ma è pure un grande autore di teatro, forse l'unico di questo scorcio di tempo, come già lo fu Mario Luzi. Ma Mussapi è pure teorico, critico e fin da ragazzo appassionato spettatore della scena che lui stesso considera un suo mondo, uno spazio che gli appartiene come un paesaggio necessario e vitale, e sostanziale per il suo stesso essere poeta. (Loretto Rafanelli)