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"Ho scritto questo libro sotto la spinta della paura. Non del Covid-19 di cui peraltro non so nulla, ma delle derive totalitarie che stanno emergendo a causa di questo strano Harmagedón del Ventunesimo secolo. Sì, adesso temo per la democrazia e temo anche che gli habeas corpus vengano divorati da un nuovo e immondo Leviatano post post-moderno. Ho anche il timore che la dittatura del politicamente corretto venga trasformata in dittatura tout court: non importa quale sarà il suo colore, le dittature sono sempre monocromatiche. E non sono più ottimista a proposito del fatto che la Philosophia non possa essere ingabbiata orwellianamente dal pensiero unico dominante: in questa "notte della ragione" calata troppo velocemente, al pensiero critico è già stato applicato il lockdown. Ho grandissima paura perché le élite liberiste, postesi sulla difensiva, sono più che mai determinate a non lasciare che la globalizzazione esca sconfitta da un nemico invisibile, anch'esso paradossalmente globale dal momento che ha "negato" ogni limes. E dunque, stanno machiavellicamente sfruttando lo stesso Covid-19 per fare sì che la Viruscrazia diventi la cifra di una loro rinnovata egemonia globale."