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«Il titolo è sì un richiamo di assonanza con la ben nota espressione interrogativa della matrigna di Biancaneve, 'specchio delle mie brame', ma sfrutta il calco fono-linguistico per farne una trasposizione semantica. Così lo 'specchio magico' della fiaba diventa la scrittura poetica stessa che riflette e riproduce non le 'brame' ma le "trame" - naturalmente da non intendere nell'accezione negativa di intrighi e macchinazioni - tessute dall''io' poetico elaborando la materia prima del proprio vissuto. Del resto, cos'altro è un testo letterario se non un vero e proprio 'tessuto', come suggerisce la stessa origine etimologica latina (textus, participio perfetto di texo: tessuto/testo).» (dalla prefazione di Antonio Di Mauro)