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La regina rinuncia a incontrare la figlia, vivendo poi la sua vita solitaria, chiusa, schiva, anche diffidente, eppure tesa con ardente speranza al contatto con gli altri, nostalgica con struggente trasporto. Isolata nei rapporti, eppure capace di cedere a un confidente abbandono in un mondo libero e solare. Una sensibile coscienza della realtà spinge l'autore a scoprire e scandagliare l'animo umano e le sue verità profonde, contro le quali si infrange la realtà del quotidiano. La mente va a pagine della commedia umana di balzacchiana memoria. I personaggi, stupefatti, impulsivi, primitivi, sono costretti da una forza superiore alla ragione, all'agire. In questi ritratti, e nelle avventure amare e pungenti di alcuni di loro, si avverte la sofferta denuncia e la disincantata analisi dell'Italia degli ultimi anni, nei suoi lati oscuri e luminosi.