Tab Article
La poesia è purezza assoluta e allontanamento dalla realtà materiale. Nessuno di noi può scrivere del mondo se non riesamina se stesso, se non si rivela nella verità sfuggevole dell'esistenza. Il silenzio prima di tutto, poi l'abbandono alla perifrasi e al disfemismo. Mostrarsi a se stessi in uno scrivere compulsivo e schizofrenico, che accende il fuoco che dà luce all'oblio e si mostra prima come sentimento puro, amore sconfinato, emozione ingenua capace di distoglierci dalla realtà, poi come materia reale, paradossale, mostro meccanico che dissolve, consuma deteriorando. Un'Aletheia, dunque, che si frammenta nel linguaggio poetante, l'unico e solo possibile, nonché grande generatore dell'uomo. Questo «esserci attraverso il pensiero poetico» convive in ciascuno di noi con il suo opposto, anch'esso insito nel profondo oblio della nostra coscienza. Due forze opposte, una da dominare, l'altra da alimentare. Un nulla interiore e un desiderio frustrante di potenza. La purezza del pensiero che diventa essere e si manifesta come forza creativa, libera da ogni menzogna, rimane tale finché non si annulla nelle azioni umane spesso incontrollate e condizionate.