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C'è voluto poco per coinvolgermi in questa nuova avventura. È bastata una sola parola, un solo suggerimento buttato lì senza un preciso intento, per fare scattare quella foga, quel fuoco che mi ha messo di fronte a delle scelte forse mai, prima d'ora, immaginate ma che, piombando all'improvviso e togliendomi il sonno, mi hanno costretto, gioco forza, a immergermi dentro a delle realtà mai esplorate, ma che tuttavia si rifanno a reminiscenze infantili, per la verità, non molto intense. Quindi è stato necessario entrare in questo fantastico e immenso mondo. E allora via con Re, Regine e Reginotte, Principi e Principesse, fate, mavare, orchi e mamme-trave, gatti, cani, volpi, topi, uccelli e altri animali di ogni genere, alberi, montagne, fiumi, astri, incantesimi e tante di altre cose, tutti parlanti, tutti pronti a esprimere teorie e suggerimenti con quella strisciante bonomia tipica di chi, attraverso fantasmagoriche avventure, perviene alla fine alle immancabili conclusioni che da sole rappresentano dei veri capitoli di spicciola filosofia morale e di saggezza, penetranti, talvolta, come vomere, nello sterile terreno dell'umana stupidità.