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Il volume nasce a compimento del seminario internazionale della Facoltà di Scienze di Formazione dell'Università Cattolica di Milano volto a indagare le modalità di fruizione dei beni artistici da parte di pazienti malati di Alzheimer. Come evidenzia il prorettore Francesco Botturi ad apertura del volume "L'idea umanistica era che in qualche modo ci fosse della verità nella demenza, un modo diverso, insolito, inaspettato, enigmatico di manifestare la verità, che costringe ad allargare la visione dell'umano rispetto ai suoi modelli correnti e la considerazione della mente rispetto alla ragione argomentativa e calcolante". Un concetto ripreso, oggi, e messo in dialogo con l'arte intesa quale forma espressiva fuori dai canoni del senso comune. Proprio a partire da questa simmetria "trasgressiva" si è pensato a proposte concrete che restituissero a malati e caregivers una relazione di senso nella fruizione quotidiana della bellezza. Un tentativo suffragato dalle numerose sperimentazioni di cultura accessibile testimoniate nel volume e pronte a essere diffuse anche nel territorio lombardo grazie al sostegno del mondo accademico cattolico.