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"Abbasso la pastasciutta" scriveva F. T. Marinetti, convinto che la rivoluzione dovesse avvenire anche in campo gastronomico. E siccome "si pensa si sogna e si agisce secondo quel che si beve e si mangia", all'alimentazione tradizionale bisognava preferire pasticche, surrogati sintetici e composti chimici per un "nutrimento adatto a una vita sempre più aerea e veloce". In definitiva, la nuova cucina doveva "agilizzare" il corpo così come le parole in libertà avevano "agilizzato" la letteratura.