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Alberto frequenta il suo unico anno di asilo e i cinque di elementari in un istituto pedagogico di suore, le temibili Giovannine. Appartiene perciò alla schiera dei "reduci delle elementari dalle suore": quegli individui, cioè, che, pur diluiti nella società tra ex scolari pubblici e altri diversamente scolarizzati, per tutta la vita continueranno a svegliarsi sempre stupiti e sempre entusiasti per essere sopravvissuti a quegli anni "al fronte", che solo i più sprovveduti credevano fossero di scuola elementare. Attraverso gli occhi del protagonista, le suore Giovannine sono viste come un universo a sé stante, autarchico, scollato dalla realtà, sospeso fra il timore inoculato negli scolari e il grottesco di un mondo fuori dal mondo. Roberto Corradi, qui al suo esordio nel romanzo, è un umorista cresciuto alla scuola dei grandi autori della comicità italiana. Da questi ha ereditato il disincanto, l'ironia e un pizzico di cinismo. Sono gli ingredienti fondamentali per dare vita al ritratto di questo piccolo mondo antico e incrollabile: il microcosmo delle monache e dei loro piccoli scolari, tipi umani colti nell'età infantile che il protagonista vedrà ritornare infallibilmente nell'età adulta.