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"Questa raccolta di epiteti triestini parte da James Joyce e non vuole essere un dizionario di espressioni dialettali: è la stona di come nasce un'idea, di cosa diventa e cosa c'è in essa per ognuno di noi. É la mia storia di grafico che, chiamato a creare la comunicazione del Bloomsday del 2018, la festa internazionale in onore di James Joyce, celebrata ogni anno il 16 giugno, sente la chiusura di un cerchio aperto trent'anni prima. Joyce finisce per amare Trieste, qui arriva insegnante d'inglese e rinasce scrittore, sempre qui le sue idee iniziano a prendere forma e ordine, facendo compiere una rivoluzione alle parole di ogni lingua che ha parlato e scritto. Alcune di queste parole le si trovano nelle sue lettere, altre le si trovano cambiate, arricchite di nuovi significati e pronunce inglesizzate, che forse solo i bilingue possono apprezzare. Molte parole triestine hanno radici nelle lingue delle molte culture che hanno vissuto a Trieste, che spesso incrociandosi producono suoni comici, che Joyce riporta. Bubez e, ovviamente, mona. Parole che definiscono persone, racchiudono racconti, un po' come i logotipi che creo, che rappresentano persone, imprese, idee, oggetti e azioni."